“Il dono del ricevere”, il nuovo libro di Sara DiGaia Bassot.
Hai mai pensato che ricevere fosse anche un dono?
L’anno scorso, Sara mi ha sorpreso chiedendomi di partecipare alla stesura del suo libro.
Onorata di questo, mi sedetti e cercai dentro di me una storia che potevo donare e quello che emerse mi commosse profondamente, agì dentro di me e sentii il movimento che sgorgava dal cuore.
La storia che ho deciso di raccontare è la mia, un piccolo frammento che porta nel mondo la sua Forza.
Sono felicissima di far parte di questo progetto, ringrazio Sara per avermi dato questa possibilità e auguro a questo libro di ricevere tante recensioni meravigliose dai cuori che toccherà!
Voglio condividere con te il mio racconto, che mi auguro possa essere anche per te un’apertura del cuore.
I doni della morte
Una storia d’amore
di Jessica Prandi
Mai avrei immaginato che il lutto sarebbe stato un dono, eppure lo è stato sotto molteplici aspetti.
In questo breve racconto vorrei trasmettere un’esperienza che ho vissuto sulla mia pelle, dal mio spirito e nel mio cuore, perché il dono che ho ricevuto è stato talmente grande che sarebbe un peccato non condividerlo.
La mia storia ha inizio quando un’altra finisce, la morte di mia madre.
Da anni avevo iniziato il percorso dell’apertura del cuore perché desideravo ardentemente essere felice, in equilibrio e un buon esempio per le mie figlie.
Dopo 15 anni di profondo lavoro interiore per rimuovere i blocchi, per ricordare i miei talenti e per fare pace con me stessa e il mondo
ancora sentivo di avere molta strada da fare,
soprattutto per quanto riguarda il sanare il rapporto con mia madre e tutto quello che significava ricevere, dalla vita all’aiuto di qualcuno.
Ho sempre trovato più facile dare, piuttosto che accettare l’aiuto degli altri. Mi sentivo sempre in debito.
Il giorno in cui mi è stato chiaro che mia madre se ne sarebbe andata mi sono arresa all’ineluttabile, di fronte all’inevitabile decorso di una malattia degenerativa il mio cuore si aprì.
Il dolore aprì il mio cuore, quello che avevo tentato di fare per anni con le più disparate tecniche con scarso successo.
Nell’aprire il mio cuore al dolore, finalmente mi permisi di ricevere l’amore.
Mi arresi a ricevere, finalmente.
Fu un periodo di grande sofferenza e al tempo stesso pieno di magia e di gratitudine, perché più il mio cuore si apriva e più amore entrava.
Più rinunciavo ai miei limiti e più permettevo alle persone di avvicinarsi e donarmi il loro aiuto e il loro sostegno.
Quante volte nel corso della nostra vita rifiutiamo l’aiuto che ci viene offerto, dimenticandoci che facendolo neghiamo la possibilità che un’altra persona si senta d’aiuto o si possa avvicinare?
Così iniziai ad accettare i doni del prossimo, dal baby sitting al sostegno di ogni genere.
Notai che il non offrire nulla in cambio era un dono per gli altri, perché le persone volevano fare un regalo, non uno scambio.
Smisi di preoccuparmi di dover ricambiare, l’unica consapevolezza che cresceva dentro di me è che la mia ricettività era un dono per chi mi stava intorno.
Mi mettevo nei panni di chi mi aiutava e pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto fare altrettanto e di come ero rimasta delusa le volte in cui non mi era stato concesso.
Senza alcuna aspettativa, ho ricevuto tutto l’amore del mondo.
Un dono inaspettato
Mia madre era una viaggiatrice, una donna selvaggia e fuori dagli schemi.
Per tutta la vita ha sentito una connessione con la Nuova Zelanda, ricordo molte conversazioni con questo tema e il suo sguardo sognante quando ne parlava.
A quanto pare ne parlava solo con me, perché, confrontandomi con il resto della famiglia, ho scoperto che nessun altro ne era al corrente.
Prima che morisse le promisi che ci saremmo andate insieme, in Nuova Zelanda.
Ho sentito quella promessa sgorgarmi dal cuore, così, sapendo che salvo una guarigione miracolosa non avremmo fatto quel viaggio insieme, iniziai le pratiche per l’espatrio delle ceneri.
Avevo un unico ostacolo: non avevo il denaro per partire.
Tutto quello che sapevo era che sarei partita, ero disposta a dormire per terra e mangiare quello che trovavo per strada, non mi interessava: io dovevo partire.
Senza alcuna aspettativa, il mio progetto di spargere le ceneri in Nuova Zelanda sulle radici di un albero in un luogo sacro ai Maori
è stato appoggiato e sostenuto da decine e decine di persone dalle quali non mi sarei aspettata tanta generosità.
Organizzai una raccolta fondi e nel giro di due settimane avevo raccolto l’intero importo del viaggio.
Addirittura le persone mi ringraziavano per avergli dato la possibilità di fare qualcosa, di far parte della mia/nostra avventura. Incredibile.
Partii con la mia mamma nello zaino.
Portando con me la benedizione del popolo Maori insieme a tutta la documentazione che avevo dovuto raccogliere, spiccai il volo e dissi addio a tutto quello che ero stata prima di allora.
Insieme a lei e a tutti i cuori di chi era rimasto a casa sono andata dall’altra parte del mondo (letteralmente)
per un mese abbiamo viaggiato, abbiamo condiviso avventure, esperienze magiche e incontri con la natura.
Il 21 dicembre, il giorno del solstizio di inverno (d’estate nell’emisfero australe) ho sparso le sue ceneri in un luogo senza tempo.
Mia madre è stata accolta dalle radici di un grande albero con fiori che sembravano esplosioni di vita stessa, dal vento e dai mari. Mia madre è stata accolta dalla Terra.
Ogni passo, ogni respiro, ogni sorso d’acqua è ricevere da lei, ora.
Durante il viaggio, tutti i giorni condividevo online le mie esperienze e le storie dei doni che ricevevo con le persone e loro mi ringraziavano per portarle con me, per renderle partecipi.
Ho voluto compiere questo gesto per onorare mia madre con qualcosa che rifletteva la sua essenza, un dono da parte mia che mi ha permesso di ricevere a mia volta.
Non solo, il mio viaggio è stato di grande impatto per le moltissime persone che mi hanno seguita, ha offerto loro forti emozioni e prospettive nuove che hanno aperto un mondo di possibilità.
La morte mi ha portato molti doni con il suo avvento:
l’apertura del cuore attraverso il dolore della perdita è stato il più grande,
l’apertura al ricevere l’amore e il sostegno del prossimo,
la connessione ancora più forte con mia madre,
l’avventura e il viaggio, la pace.
Provo un’immensa gratitudine per questo lutto, perché quello che ha portato era esattamente quello di cui avevo bisogno.
Sarò sempre grata per questo dolore, senza il quale sarei ancora prigioniera dei miei limiti e non sarei mai potuta andare avanti.
Sono grata a mia madre, per la vita che mi ha trasmesso senza chiedermi nulla in cambio.
Ora io la ricevo, con tutto quello che c’è, e ne faccio qualcosa di buono in suo onore.
Sono grata alla morte, per avermi insegnato quanto può mancare una persona quando non ha più il corpo e al tempo stesso che l’amore del cuore non conosce confini mortali.
Non esistono limiti, tempo e spazio diventano alleati sul nostro cammino quando ci apriamo a ricevere.
Arrendersi a ricevere è il più grande dono che possiamo fare, lasciar entrare le persone nella nostra vita e renderle partecipi della nostra gioia è un regalo che porta prosperità.
I rapporti si bilanciano sempre e più riceviamo più abbiamo da dare a nostra volta.
Mi auguro di averti reso partecipe della mia meraviglia o quantomeno di averti dato un piccolo scorcio di un’altra realtà a tua disposizione.
Puoi acquistare il libro di Sara o leggerne l’estratto cliccando qui
Leggi la presentazione de “Il dono del ricevere”
«Permettiti di ricevere», mi disse tanti anni fa qualcuno.
Hai mai pensato che ricevere potesse essere un atto di apertura che permette a qualcun altro di donare?
Nella nostra cultura il ricevere è visto spesso come un non essere in grado di cavarsela o come un atto di egoismo.
Il permettersi di ricevere e il riceverci, può diventare un generatore di contributo tra le persone, permettendo al contempo più gioia e leggerezza per tutti.
Ne Il dono del ricevere si invita a percepire questo campo di energia e quale dono questo possa essere anche per gli altri, grazie ai racconti delle esperienze del ricevere di diversi autori.
Come dice uno dei partecipanti all’opera: «Questo è un regalo così straordinario che stai offrendo all’umanità.
So che il messaggio del tuo libro toccherà molti!».